Chi è il Massone?

Chi è il Massone?



Siamo persone comuni, senza velleità particolari, al di la di ciò che la convinzione collettiva vuole. Studiamo l'uomo, i suoi difetti e i suoi pregi, cerchiamo di conoscere la Verità su ogni argomento, difendiamo la verità e le pari opportunità, difendiamo sempre la giustizia (quella vera) e "lavoriamo" sotto tre insegne: Libertà, Uguaglianza e Fr...atellanza. Dalle nostre Logge è bandito il Classismo (sub-cultura presente in molte altre istituzioni), che non fa certo parte delle nostre logiche di miglioramento dell'Uomo, convinti anzi che lo offenda, sempre e comunque. Ecco chi è il Massone.

La Massoneria non è fatta di miliardari e di benestanti professionisti, ma di normalissime persone.

Solo ed esclusivamente per motivi di opportunità e di tradizione secolare preferiamo non rendere pubblici i nostri nomi.

Per opportunità, perchè è inopportuno, in una società che a priori è contraria al nostro ideale, che si fida di informazioni fin troppo di parte per poter essere credibili, che ha esaltato l'operato di un'inchiesta balorda, sfruttata a fini politici e finita con un'archiviazione che è servita soltanto a creare un database di discutibile legalità su usi, conoscenze ed abitudini di persone normali, unite da ideali di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. Certo è che il Massone, all'atto della sua Iniziazione, promette solennemente di rispettare le Leggi dello Stato e la Costituzione. Non si fa altrettanto quando ci si iscrive ad un partito politico, a qualunque altra Associazione di quelle che molti definiscono "pure"

Per tradizione secolare, perchè noi, tradizionalmente, preferiamo non uscire allo scoperto, perchè la volontà politica di pochi non deve e non può demolire tradizioni che hanno sviluppato le proprie radici a partire dal 1717. Sta alla libertà di ognuno di noi decidere se dichiararsi o se non dichiararsi pubblicamente Massone.

lunedì 13 giugno 2011

Kypling ed Ambizione - Aspirazione - Evoluzione




Non si era coricato di buon umore quella notte Kypling; la giornata era stata costellata di inusitati imprevisti in un continuo susseguirsi di sensazioni ed emozioni ancora difficilmente decifrabili.
Kypling aveva perfino allontanato con un calcione nel posteriore la fida pantera Bagheera che ogni sera, portandogli le pantofole gli si arruffava addosso per fargli le fusa.
Entrando nella sua abitazione aveva perfino sgarbatamente scostato l'allegro orso Baloo che come sempre gli prendeva bastone e cappello. " Ehi, cosa ti prende stasera? " Aveva protestato il fido animale, stupefatto di quell'anomalo comportamento. Preso dai suoi pensieri Kypling aveva bofonchiato tra sè e sè, tra lo stupito e l'interdetto: " Mah sì, anche l'orso che parla ...! Kypling pensò che il vino della serata doveva avergli procurato non pochi fastidi; non si sentiva a posto per nulla e cercando di riordinare le idee tra le nebbie ebbe un'ulteriore moto di stizza; ricominciando difatti a rimurginare su quei due lestofanti di Micheal e Sean che in giornata l'avevano assillato a più non posso con le loro richieste di salvacondotto per l'interno del paese e gli avevano fatto fare tardi alla taverna coinvolgendolo fino all'esasperazione, un bicchiere dopo l'altro. Ma d'altra parte come avrebbe potuto negare un aiuto a due Fratelli anche se avevano più l'atteggiamento degli avventurieri piuttosto che l'aplomb dei gentleman inglesi? L'India non era un paese facile e mica poteva far loro rischiare di attraversarla e varcarne i confini a continuo rischio della loro incolumità? Chissà poi cosa cercavano di tanto importante che pareva rodere loro il fegato ed il cervello. La testa gli girava, non era completamente padrone delle sue azioni e finì per accasciarsi pesantemente sulle coltri.
Per risvegliarsi inopinatamente con il capo pesante, gli occhi torpidi e prendere contatto con un'inedita realtà; la sua abitazione era colma di gente strana: " Ma come sono entrati? " Farfugliò tra sè e sè. Kypling cercò di mettere a fuoco ambiente e persone; si ritrovò accanto Napoleone Bonaparte che gli domandò con fare severo: " Allora, dove sono Michael e Sean? Ho già perso il mio impero, desidero unirmi a loro per conquistarmi un nuovo regno! " Kypling non credeva ai suoi occhi, stava forse diventando pazzo? Quando comparve un altro personaggio, vestito in una foggia assai diversa per la sua epoca, con accanto due animali in posizione eretta e guantati di bianco: " Bonaparte, stai tranquillo - esordi con dire cordiale l'uomo, sciorinando un bel sorriso sotto due baffetti affilati.- Non hai avuto abbastanza di Waterloo, di Sant'Elena? Non ti bastava la Francia? L'Egitto? Volevi l'Europa Intera? " Napoleone si volse bruscamente squadrando l'uomo ed esclamò: " Come vi permettete di parlarmi così, voi che vi presentate con due animali vestiti come umani, con tanto di guanti bianchi! " - " Il mio nome è Disney signore - rispose l'altro - E, vedete, sono un disegnatore ed imprenditore, sì, ma ho imparato da mister Kypling ed i miei animali sono perfettamente raziocinanti. Non hanno bisogno di conquistare regni e continenti; è sufficiente poter comunicare tra loro con un linguaggio che unisca le tante diverse razze e vivere in armonia. Imparando a vivere anche con l'uomo, aiutandolo magari, ma senza farsi asservire nè sfruttare. Per crearli ed animarli così ho lavorato a lungo sulla tavola da disegno. Ma voi, Sire, dovreste sapere queste cose anche meglio di me! "
La situazione era talmente incredibile che Kypling, letteralmente inebetito, non sapeva come reagire. " La mia vita è destinata a grandi cose, a grandi conquiste, io vagheggiavo d'unire l'Europa intera sotto un'unica egida, un'unica luce. Di che v'immischiate, cosa volete capire di questi disegni ben più elevati dei vostri, voi ed i vostri assurdi animali? " Sentenziò Bonaparte ancora più indispettito.
" La storia è storia ormai - sorrise pietoso Disney - è già stata scritta e non si può modificare, laddove l'ambizione perde l'uomo, quando vuole andare al di là delle proprie legittime e giuste aspirazioni. Datemi retta, lasciate perdere quei due avventurieri di Micheal e Sean, finiranno male e voi con loro. Quanto ai miei animali, parranno anche assurdi, ma ormai posseggono un'anima ed uno spirito e questo conta in un essere vivente." Bonaparte stava per replicare ancora più burberamente quando entrò in scena un terzo personaggio, dall'aspetto e dal look invero stravagante; folti capelli arruffati, occhialini che dal naso gli spiovevano su due baffoni. " Scusate signori, ho sentito il vostro dialogo. Il signor Disney non ha torto anche se non completamente ragione. Tutto è relativo, come la durata della vita umana è relativa, lo è anche la realtà. Vedete singor Bonaparte, signor Disney, signor Kypling, sembra strano ma ci troviamo tutti quì quando tutti quanti dovremmo essere ben altrove. " E voi, voi chi siete? " Balbettò l'esterreffatto Kypling. - " Ohh è relativo anche questo, conta ben poco cari amici, cari Fratelli; comunque mi chiamo Einstein, Albert Einstein. " - " E che volete, di cosa v'immischiate anche voi con questi strani discorsi? Ho ben altro da fare che ascoltare le vostre facezie ! " - Si alterò Bonaparte. -  Einstein non si scompose e sorridendo benevolmente rispose: " Sì, sìii mio caro, miei cari, lo so, lo so, vi conosco, ne ho conosciuti tanti come voi. Ho sentito suonare Mozart, perchè non vi ripassate a proposito il Flauto Magico? Eppure sò bene che lo gradivate particolarmente. Ho discusso con Abramo Lincoln, dialogato con Isacco Newton, studiato i progetti di Leonardo da Vinci. Bè, devo ammettere che per quanto tutto sia sempre e comunque relativo, se fisica ed astrofisica forniranno ulteriori conoscenze e faranno compiere progressi all'uomo per il suo benessere, lo dobbiamo anche a tutti loro e tanti altri ancora. A proposito signori e soprattutto lei Bonaparte, il suo progetto iniziale di unità dell'Europa non era poi tanto male, quasi quasi sembrava il riflesso della Promessa Solenne che tutti noi abbiamo fatto, ma poi alla fine, come sempre, vede, è tutto relativo quando noi umani non sappiamo distinguere tra ambizione ed aspirazione.
Allora sono meglio gli strani animali del Fratello Disney e lei caro Kypling, se ne ricordi! Mica dobbiamo fermarci ad Esòpo per imparare qualcosa di utile da loro. "
" Ma che sono tutti questi riferimenti? " Sbottò Napoleone. " Io non vi conosco signore, ma sembra che conosciate piuttosto bene me. Che significano certe allusioni? Non sapete che volere è potere? " - " Certamente, s'intromise Disney - Ma il Fratello Einstein ha perfettamente ragione. Tutto è relativo, eccezion fatta per la razionalità e lo spirito - aggiunse con fare ancora più cortese - Le uniche ed imprescindibili facoltà che sanno farci distinguere nell'ambito del ' volere e potere ' , tra il dovere verso noi stessi, l'ambizione che troppo spesso và a scapito altrui con il potere e l'aspirazione, che muove i suoi passi dal profondo del nostro spirito, con le sue energie ci apre orizzonti insperati di cui oltre a noi stessi può beneficiarne la collettività. Ma visto che ormai è palese che siamo tutti affratellati, perchè non componiamo una bella catena d'unione? "
-" Ben volentieri - sorrise Einstein - almeno Sire Bonaparte capirà che tra Fratelli non esiste animosità, ma quella volontà d'autocritica che consente ad un uomo libero di ricostruire, ricostruirsi. Poi, signori miei mi congederò, devo ancora fare un salto da un certo Darwin che mi deve spiegare una sua trana teoria sull'evoluzione delle scimmie. "
" . Era troppo anche per Kypling, l'incredibile situazione superava di gran lunga anche la sua ben fertile immaginazione; l'emozione lo vinse, trasse un forte sospiro e quasi perse i sensi.
Si rianimò di lì a poco stropicciandosi gli occhi con forza; la stanza, la casa erano vuote, non c'era più nessuno; erano spariti tutti, non c'era traccia neppure di Bagheera, dell'orso Baloo. Una robusta sciacquata del viso lo riportò alla realtà, all'incontro del giorno prima con i due famigerati lestofanti, Michael e Sean. Eppure ogni dettaglio di quanto avvenuto era quasi perfettamente scolpito nella sua mente, fatta eccezione per i nomi dei due personaggi vestiti con un abbigliamento così diverso. Scrollò il capo pensando: " Guarda tu quei due, il vino che ho bevuto, cosa mi ha fatto sognare. Certo che siamo proprio in una bella giungla noi umani, se cominciamo a sognare cose pazzesche come animali parlanti. Però, vale la pena pensarci sù, chissà che non ne possa uscire qualcosa di buono. " Il ritorno al contatto con la realtà fece emergere d'improvviso un importantissimo impegno: " Santo cielo, questa sera debbo andare in Loggia, iniziano mio figlio e non ho ancora messo mano all'orazione che gli voglio dedicare. Sì, iniziano mio figlio. - Si ripeteva in continuazione - Mio figlio rinasce. Ah devo ricordarmi bene tutti quei discorsi sull'ambizione, sull'aspirazione e sull'evoluzione. Ecco - pensò - io forse sono un'architrave, ma mio figlio può e deve diventare una colonna, solida e sempre più alta verso il cielo, verso il G.A.D.U.  Bè è il momento di prendere carta e penna prima che venga tardi. "
Ruyard Kypling scrisse per il figlio iniziato la significativa poesia ' Se ' . Un'impareggiabile codice e lezione di vita su come un uomo, libero muratore possa affrontare le miserie umane e su di esse librarsi, con il pensiero, la forza di volontà.
Kypling mai dimenticò quell'incredibile esperienza; tale e tanto che s'impegnò, s'ingegno ulteriormente a perseverare nel suo itinerario, lungo il tracciato che la promessa solenne aveva profondamente inciso nel suo spirito.
Come è vero, reale, storico, che il Fratello Ruyard Kypling, fondatore di più Logge, amato e richiestissimo dovunque dalla Libera Muratoria, mai cercò facili onori e comodi aiuti nella sua travagliatissima esistenza; nè ebbe mai l'ambizione di accedere ad alte cariche della nostra istituzione. Assecondò invece la sua più intima e massonica aspirazione, cercando e felicemente riuscendovi, di porre in risalto le peculiarità iniziatiche di ciascun buon Fratello, a prescindere dalla sua provenienza, la sua razza, il suo status , i suoi credo, le sue convinzioni; favorendo il rinsaldarsi
della catena d'Amore che ci unisce.


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