Chi è il Massone?

Chi è il Massone?



Siamo persone comuni, senza velleità particolari, al di la di ciò che la convinzione collettiva vuole. Studiamo l'uomo, i suoi difetti e i suoi pregi, cerchiamo di conoscere la Verità su ogni argomento, difendiamo la verità e le pari opportunità, difendiamo sempre la giustizia (quella vera) e "lavoriamo" sotto tre insegne: Libertà, Uguaglianza e Fr...atellanza. Dalle nostre Logge è bandito il Classismo (sub-cultura presente in molte altre istituzioni), che non fa certo parte delle nostre logiche di miglioramento dell'Uomo, convinti anzi che lo offenda, sempre e comunque. Ecco chi è il Massone.

La Massoneria non è fatta di miliardari e di benestanti professionisti, ma di normalissime persone.

Solo ed esclusivamente per motivi di opportunità e di tradizione secolare preferiamo non rendere pubblici i nostri nomi.

Per opportunità, perchè è inopportuno, in una società che a priori è contraria al nostro ideale, che si fida di informazioni fin troppo di parte per poter essere credibili, che ha esaltato l'operato di un'inchiesta balorda, sfruttata a fini politici e finita con un'archiviazione che è servita soltanto a creare un database di discutibile legalità su usi, conoscenze ed abitudini di persone normali, unite da ideali di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza. Certo è che il Massone, all'atto della sua Iniziazione, promette solennemente di rispettare le Leggi dello Stato e la Costituzione. Non si fa altrettanto quando ci si iscrive ad un partito politico, a qualunque altra Associazione di quelle che molti definiscono "pure"

Per tradizione secolare, perchè noi, tradizionalmente, preferiamo non uscire allo scoperto, perchè la volontà politica di pochi non deve e non può demolire tradizioni che hanno sviluppato le proprie radici a partire dal 1717. Sta alla libertà di ognuno di noi decidere se dichiararsi o se non dichiararsi pubblicamente Massone.

giovedì 30 giugno 2011

L'obbedienza





Un maestro ricevette un giorno la visita di due uomini che chiedevano di diventare suoi discepoli. 
Egli acconsentì, a condizione che si sottoponessero a un periodo di prova di tre mesi. 
Per quasi novanta giorni il maestro non affidò loro il minimo compito; non raccontò loro una sola storia; non li invitò a nessuna riunione. 
Quando si avvicinò il termine del loro periodo probatorio, li fece venire entrambi nel cortile della sua dimora, e disse loro: 
“Uscite e andate dove si trovano i cammelli; ognuno di voi ne prenda uno per la cavezza e lo conduca da me scavalcando il muro e facendolo scavalcare anche al cammello”. 
Il primo discepolo disse: 
“Maestro, è scritto che l’uomo deve esercitare la sua intelligenza. La mia intelligenza mi dice che ciò che tu ci chiedi è impossibile, e il mio buonsenso mi dice che mi hai chiesto ciò solo per verificare se sono intelligente o no, e se so appellarmi al mio buonsenso”. 
“Allora non cercherai di far passare il cammello al di sopra del muro?”, chiese il maestro. 
“No, non lo farò”, rispose il discepolo, “e perdonami se ti sembro disobbediente”. 
Il Maestro si rivolse allora al secondo discepolo. 
“E tu, come risponderai alla mia richiesta?”. 
Senza dire una parola, il secondo discepolo si diresse verso il cancello, e uscì. Il maestro lo seguì, invitando con un gesto il primo discepolo ad accompagnarlo. 
Quando furono tutti e tre dall’altra parte del muro di cinta, dove si trovavano i cammelli, il secondo discepolo ne prese uno per la cavezza e lo condusse davanti al muro. Allora, sempre tenendo in mano la cavezza dell’animale, al quale diceva parole di incoraggiamento, tentò di scavalcare il muro. 
Quando fu palese che il suo tentativo era destinato a fallire, il maestro disse: 
“Riconduci questo cammello dove l’hai preso, e seguimi”. 
Qualche minuto più tardi, quando tutti e tre furono di nuovo riuniti nel cortile, il maestro disse loro: 
“Da che mondo è mondo, tutti sanno che il Cammino esige, da quelli che lo seguono, varie capacità, tra le quali l’esercizio dell’intel-ligenza, l’uso del buonsenso, e anche l’obbedienza”. 
“L’obbedienza è importante quanto l’intelligenza e il buonsenso. Chiunque abbia insegnato, sa bene che quasi tutti cercano di dar prova di intelligenza e buonsenso, piuttosto che praticare l’obbedienza, creando così uno squilibrio fra queste tre qualità. La maggior parte dell’umanità crede che obbedire sia meno importante che trovare il modo di uscire da una situazione. La verità è che nessuno di questi elementi è più importante degli altri due. La loro importanza si rivela nell’azione. Il mondo è pieno di uomini intelligenti; ma dove possiamo trovare uomini di obbedienza?
“Il primo discepolo è scartato in quanto egli dà troppa importanza all’esercizio dell’intelletto. Il secondo è accettato perché non ha tratto conclusioni affrettate basate su quell’apparenza che gli uomini si ripetono reciprocamente, impedendosi così di dare quasi sempre il meglio di sé”. 
Si rivolse poi al secondo discepolo e gli chiese perché avesse tentato l’impossibile. 
Il discepolo rispose: 
“Io sapevo che tu sapevi che si trattava di un compito impossibile, e quindi non vi era alcun male a obbedire per vedere dove ciò avrebbe condotto. Sapevo che la soluzione più facile era dire: ‘è impossibile; il buonsenso mi impedisce di tentare, e che soltanto un individuo superficiale poteva pensare così. 
“Abbiamo tutti abbastanza buonsenso per rifiutarci di obbedire, quando lo riteniamo necessario. Dunque, sapevo che volevi mettere alla prova la mia obbedienza e il mio rifiuto di fare scelte facili”. 

- Favole - di Gurdjigeff 

Una favola è come una avventura, come un viaggio dentro noi stessi e dentro la nostra psiche,un viaggio introspettivo alla ricerca spesso inconsapevole di quel famoso “Conosci te stesso”, persistente insistente e tentatore. Carica di significati e simboli lascia sempre una riflessione,un pensiero, un segnale talvolta così forte da cambiare addirittura il modo di percepire l'intero universo e gli eventi . Regala cioè quella straordinaria capacità.,non solo di sognare,ma di guardare oltre...con fantasia e consapevolezza.

mercoledì 29 giugno 2011

Ecco alcune delle cose che ho imparato nella vita: (COELHO)




- Che non importa quanto sia buona una persona, ogni tanto ti ferirà.
E per questo, bisognerà che tu la perdoni.
- Che ci vogliono anni per costruire la fiducia e solo pochi secondi per distruggerla.
- Che non dobbiamo cambiare amici, se comprendiamo che gli amici cambiano.
- Che le circostanze e l’ambiente hanno influenza su di noi, ma noi siamo responsabili di noi stessi.
- Che, o sarai tu a controllare i tuoi atti, o essi controlleranno te.
- Ho imparato che gli eroi sono persone che hanno fatto ciò che era necessario fare, affrontandone le conseguenze.
- Che la pazienza richiede molta pratica.
- Che ci sono persone che ci amano, ma che semplicemente non sanno come dimostrarlo.
- Che a volte, la persona che tu pensi ti sferrerà il colpo mortale quando cadrai, è invece una di quelle poche che ti aiuteranno a rialzarti.
- Che solo perché qualcuno non ti ama come tu vorresti, non significa che non ti ami con tutto te stesso.
- Che non si deve mai dire a un bambino che i sogni sono sciocchezze: sarebbe una tragedia se lo credesse.
- Che non sempre è sufficiente essere perdonato da qualcuno. Nella maggior parte dei casi sei tu a dover perdonare te stesso.
- Che non importa in quanti pezzi il tuo cuore si è spezzato; il mondo non si ferma, aspettando che tu lo ripari.
- Forse Dio vuole che incontriamo un po’ di gente sbagliata prima di incontrare quella giusta, così quando finalmente la incontriamo, sapremo come essere riconoscenti per quel regalo.
- Quando la porta della felicità si chiude, un’altra si apre, ma tante volte guardiamo così a lungo a quella chiusa, che non vediamo quella che è stata aperta per noi.
- La miglior specie d’amico è quel tipo con cui puoi stare seduto in un portico e camminarci insieme, senza dire una parola, e quando vai via senti che è come se fosse stata la miglior conversazione mai avuta.
- E’ vero che non conosciamo ciò che abbiamo prima di perderlo, ma è anche vero che non sappiamo ciò che ci è mancato prima che arrivi.
- Ci vuole solo un minuto per offendere qualcuno, un’ora per piacergli, e un giorno per amarlo, ma ci vuole una vita per dimenticarlo.
- Non cercare le apparenze, possono ingannare.
- Non cercare la salute, anche quella può affievolirsi.
- Cerca qualcuno che ti faccia sorridere perché ci vuole solo un sorriso per far sembrare brillante una giornataccia.
- Trova quello che fa sorridere il tuo cuore.
- Ci sono momenti nella vita in cui qualcuno ti manca così tanto che vorresti proprio tirarlo fuori dai tuoi sogni per abbracciarlo davvero!
- Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
- Puoi avere abbastanza felicità da renderti dolce, difficoltà a sufficienza da renderti forte, dolore abbastanza da renderti umano, speranza sufficiente a renderti felice.
- Mettiti sempre nei panni degli altri. Se ti senti stretto, probabilmente anche loro si sentono così.
- Le più felici delle persone, non necessariamente hanno il meglio di ogni cosa; soltanto traggono il meglio da ogni cosa che capita sul loro cammino.
- Il miglior futuro è basato sul passato dimenticato, non puoi andare bene nella vita prima di lasciare andare i tuoi fallimenti passati e i tuoi dolori.
- Quando sei nato, stavi piangendo e tutti intorno a te sorridevano.

Vivi la tua vita in modo che quando morirai, tu sia l’unico che sorride e ognuno intorno a te piange.

lunedì 13 giugno 2011

Kypling ed Ambizione - Aspirazione - Evoluzione




Non si era coricato di buon umore quella notte Kypling; la giornata era stata costellata di inusitati imprevisti in un continuo susseguirsi di sensazioni ed emozioni ancora difficilmente decifrabili.
Kypling aveva perfino allontanato con un calcione nel posteriore la fida pantera Bagheera che ogni sera, portandogli le pantofole gli si arruffava addosso per fargli le fusa.
Entrando nella sua abitazione aveva perfino sgarbatamente scostato l'allegro orso Baloo che come sempre gli prendeva bastone e cappello. " Ehi, cosa ti prende stasera? " Aveva protestato il fido animale, stupefatto di quell'anomalo comportamento. Preso dai suoi pensieri Kypling aveva bofonchiato tra sè e sè, tra lo stupito e l'interdetto: " Mah sì, anche l'orso che parla ...! Kypling pensò che il vino della serata doveva avergli procurato non pochi fastidi; non si sentiva a posto per nulla e cercando di riordinare le idee tra le nebbie ebbe un'ulteriore moto di stizza; ricominciando difatti a rimurginare su quei due lestofanti di Micheal e Sean che in giornata l'avevano assillato a più non posso con le loro richieste di salvacondotto per l'interno del paese e gli avevano fatto fare tardi alla taverna coinvolgendolo fino all'esasperazione, un bicchiere dopo l'altro. Ma d'altra parte come avrebbe potuto negare un aiuto a due Fratelli anche se avevano più l'atteggiamento degli avventurieri piuttosto che l'aplomb dei gentleman inglesi? L'India non era un paese facile e mica poteva far loro rischiare di attraversarla e varcarne i confini a continuo rischio della loro incolumità? Chissà poi cosa cercavano di tanto importante che pareva rodere loro il fegato ed il cervello. La testa gli girava, non era completamente padrone delle sue azioni e finì per accasciarsi pesantemente sulle coltri.
Per risvegliarsi inopinatamente con il capo pesante, gli occhi torpidi e prendere contatto con un'inedita realtà; la sua abitazione era colma di gente strana: " Ma come sono entrati? " Farfugliò tra sè e sè. Kypling cercò di mettere a fuoco ambiente e persone; si ritrovò accanto Napoleone Bonaparte che gli domandò con fare severo: " Allora, dove sono Michael e Sean? Ho già perso il mio impero, desidero unirmi a loro per conquistarmi un nuovo regno! " Kypling non credeva ai suoi occhi, stava forse diventando pazzo? Quando comparve un altro personaggio, vestito in una foggia assai diversa per la sua epoca, con accanto due animali in posizione eretta e guantati di bianco: " Bonaparte, stai tranquillo - esordi con dire cordiale l'uomo, sciorinando un bel sorriso sotto due baffetti affilati.- Non hai avuto abbastanza di Waterloo, di Sant'Elena? Non ti bastava la Francia? L'Egitto? Volevi l'Europa Intera? " Napoleone si volse bruscamente squadrando l'uomo ed esclamò: " Come vi permettete di parlarmi così, voi che vi presentate con due animali vestiti come umani, con tanto di guanti bianchi! " - " Il mio nome è Disney signore - rispose l'altro - E, vedete, sono un disegnatore ed imprenditore, sì, ma ho imparato da mister Kypling ed i miei animali sono perfettamente raziocinanti. Non hanno bisogno di conquistare regni e continenti; è sufficiente poter comunicare tra loro con un linguaggio che unisca le tante diverse razze e vivere in armonia. Imparando a vivere anche con l'uomo, aiutandolo magari, ma senza farsi asservire nè sfruttare. Per crearli ed animarli così ho lavorato a lungo sulla tavola da disegno. Ma voi, Sire, dovreste sapere queste cose anche meglio di me! "
La situazione era talmente incredibile che Kypling, letteralmente inebetito, non sapeva come reagire. " La mia vita è destinata a grandi cose, a grandi conquiste, io vagheggiavo d'unire l'Europa intera sotto un'unica egida, un'unica luce. Di che v'immischiate, cosa volete capire di questi disegni ben più elevati dei vostri, voi ed i vostri assurdi animali? " Sentenziò Bonaparte ancora più indispettito.
" La storia è storia ormai - sorrise pietoso Disney - è già stata scritta e non si può modificare, laddove l'ambizione perde l'uomo, quando vuole andare al di là delle proprie legittime e giuste aspirazioni. Datemi retta, lasciate perdere quei due avventurieri di Micheal e Sean, finiranno male e voi con loro. Quanto ai miei animali, parranno anche assurdi, ma ormai posseggono un'anima ed uno spirito e questo conta in un essere vivente." Bonaparte stava per replicare ancora più burberamente quando entrò in scena un terzo personaggio, dall'aspetto e dal look invero stravagante; folti capelli arruffati, occhialini che dal naso gli spiovevano su due baffoni. " Scusate signori, ho sentito il vostro dialogo. Il signor Disney non ha torto anche se non completamente ragione. Tutto è relativo, come la durata della vita umana è relativa, lo è anche la realtà. Vedete singor Bonaparte, signor Disney, signor Kypling, sembra strano ma ci troviamo tutti quì quando tutti quanti dovremmo essere ben altrove. " E voi, voi chi siete? " Balbettò l'esterreffatto Kypling. - " Ohh è relativo anche questo, conta ben poco cari amici, cari Fratelli; comunque mi chiamo Einstein, Albert Einstein. " - " E che volete, di cosa v'immischiate anche voi con questi strani discorsi? Ho ben altro da fare che ascoltare le vostre facezie ! " - Si alterò Bonaparte. -  Einstein non si scompose e sorridendo benevolmente rispose: " Sì, sìii mio caro, miei cari, lo so, lo so, vi conosco, ne ho conosciuti tanti come voi. Ho sentito suonare Mozart, perchè non vi ripassate a proposito il Flauto Magico? Eppure sò bene che lo gradivate particolarmente. Ho discusso con Abramo Lincoln, dialogato con Isacco Newton, studiato i progetti di Leonardo da Vinci. Bè, devo ammettere che per quanto tutto sia sempre e comunque relativo, se fisica ed astrofisica forniranno ulteriori conoscenze e faranno compiere progressi all'uomo per il suo benessere, lo dobbiamo anche a tutti loro e tanti altri ancora. A proposito signori e soprattutto lei Bonaparte, il suo progetto iniziale di unità dell'Europa non era poi tanto male, quasi quasi sembrava il riflesso della Promessa Solenne che tutti noi abbiamo fatto, ma poi alla fine, come sempre, vede, è tutto relativo quando noi umani non sappiamo distinguere tra ambizione ed aspirazione.
Allora sono meglio gli strani animali del Fratello Disney e lei caro Kypling, se ne ricordi! Mica dobbiamo fermarci ad Esòpo per imparare qualcosa di utile da loro. "
" Ma che sono tutti questi riferimenti? " Sbottò Napoleone. " Io non vi conosco signore, ma sembra che conosciate piuttosto bene me. Che significano certe allusioni? Non sapete che volere è potere? " - " Certamente, s'intromise Disney - Ma il Fratello Einstein ha perfettamente ragione. Tutto è relativo, eccezion fatta per la razionalità e lo spirito - aggiunse con fare ancora più cortese - Le uniche ed imprescindibili facoltà che sanno farci distinguere nell'ambito del ' volere e potere ' , tra il dovere verso noi stessi, l'ambizione che troppo spesso và a scapito altrui con il potere e l'aspirazione, che muove i suoi passi dal profondo del nostro spirito, con le sue energie ci apre orizzonti insperati di cui oltre a noi stessi può beneficiarne la collettività. Ma visto che ormai è palese che siamo tutti affratellati, perchè non componiamo una bella catena d'unione? "
-" Ben volentieri - sorrise Einstein - almeno Sire Bonaparte capirà che tra Fratelli non esiste animosità, ma quella volontà d'autocritica che consente ad un uomo libero di ricostruire, ricostruirsi. Poi, signori miei mi congederò, devo ancora fare un salto da un certo Darwin che mi deve spiegare una sua trana teoria sull'evoluzione delle scimmie. "
" . Era troppo anche per Kypling, l'incredibile situazione superava di gran lunga anche la sua ben fertile immaginazione; l'emozione lo vinse, trasse un forte sospiro e quasi perse i sensi.
Si rianimò di lì a poco stropicciandosi gli occhi con forza; la stanza, la casa erano vuote, non c'era più nessuno; erano spariti tutti, non c'era traccia neppure di Bagheera, dell'orso Baloo. Una robusta sciacquata del viso lo riportò alla realtà, all'incontro del giorno prima con i due famigerati lestofanti, Michael e Sean. Eppure ogni dettaglio di quanto avvenuto era quasi perfettamente scolpito nella sua mente, fatta eccezione per i nomi dei due personaggi vestiti con un abbigliamento così diverso. Scrollò il capo pensando: " Guarda tu quei due, il vino che ho bevuto, cosa mi ha fatto sognare. Certo che siamo proprio in una bella giungla noi umani, se cominciamo a sognare cose pazzesche come animali parlanti. Però, vale la pena pensarci sù, chissà che non ne possa uscire qualcosa di buono. " Il ritorno al contatto con la realtà fece emergere d'improvviso un importantissimo impegno: " Santo cielo, questa sera debbo andare in Loggia, iniziano mio figlio e non ho ancora messo mano all'orazione che gli voglio dedicare. Sì, iniziano mio figlio. - Si ripeteva in continuazione - Mio figlio rinasce. Ah devo ricordarmi bene tutti quei discorsi sull'ambizione, sull'aspirazione e sull'evoluzione. Ecco - pensò - io forse sono un'architrave, ma mio figlio può e deve diventare una colonna, solida e sempre più alta verso il cielo, verso il G.A.D.U.  Bè è il momento di prendere carta e penna prima che venga tardi. "
Ruyard Kypling scrisse per il figlio iniziato la significativa poesia ' Se ' . Un'impareggiabile codice e lezione di vita su come un uomo, libero muratore possa affrontare le miserie umane e su di esse librarsi, con il pensiero, la forza di volontà.
Kypling mai dimenticò quell'incredibile esperienza; tale e tanto che s'impegnò, s'ingegno ulteriormente a perseverare nel suo itinerario, lungo il tracciato che la promessa solenne aveva profondamente inciso nel suo spirito.
Come è vero, reale, storico, che il Fratello Ruyard Kypling, fondatore di più Logge, amato e richiestissimo dovunque dalla Libera Muratoria, mai cercò facili onori e comodi aiuti nella sua travagliatissima esistenza; nè ebbe mai l'ambizione di accedere ad alte cariche della nostra istituzione. Assecondò invece la sua più intima e massonica aspirazione, cercando e felicemente riuscendovi, di porre in risalto le peculiarità iniziatiche di ciascun buon Fratello, a prescindere dalla sua provenienza, la sua razza, il suo status , i suoi credo, le sue convinzioni; favorendo il rinsaldarsi
della catena d'Amore che ci unisce.